Luigi Pareyson, Iniziativa e libertà, a cura di F. Tomatis, vol. 3 delle “Opere Complete di Luigi Pareyson”, Milano, Mursia, 2005

Il volume comprende gli scritti politico-culturali, di filosofia della politica e di filosofia morale teoretici non ricompresi in altri libri approntati dall’autore stesso per la pubblicazione. 
La Sezione Prima, introdotta da un lucido articolo giovanile sul modo di intendere l’esistenzialismo, raccoglie scritti pubblicati, alcuni anche in forma anonima e clandestina, e inediti ad essi coevi già pronti per la stampa o diffusi in altra forma, risalenti al periodo che va dal 1941 al 1948, nel quale il giovane filosofo intervenne nel dibattito politico-culturale dell’epoca, quale responsabile del Partito d’Azione, di Giustizia e Libertà e del Comitato di Liberazione Nazionale. Alla Parte Prima di questa sezione, composta di due articoli usciti su riviste giovanili fasciste, segue la Parte Seconda, che principalmente raccoglie gli articoli pubblicati anonimamente sul giornale clandestino del Partito d’Azione «Italia libera», relativamente alla riforma della scuola. La Parte Terza è costituita dal volume del 1945 Aspetti attuali del problema della scuola, ideato da Pareyson quale responsabile del C.L.N.-scuola del Piemonte: un progetto di riforma generale del sistema educativo ancora oggi attuale. La Parte Quarta riunisce le lezioni tenute nel giugno 1945 alla scuola quadri del Partito d’Azione di Torino e le introduzioni alle traduzioni degli scritti di Locke e di Fichte sul diritto di resistenza e di libertà di pensiero.
La Sezione Seconda e Terza sono costituite dalle dispense di due corsi universitari in Pedagogia e in Filosofia morale tenuti all’Università di Torino (a.a. 1958/59 e 1968/69). Il primo, su Il concetto di abitudine, fa seguire alla concezione proposta da Pareyson capitoli di approfondimento del tema in Aristotele, Montaigne, Pascal e Hume. Il secondo, su L’iniziativa morale, è l’unico corso universitario teorico in filosofia morale pubblicato dall’autore: la sua importanza per la comprensione dell’evoluzione e della continuità del pensiero pareysoniano si evince, per un verso, dal riallacciarsi sia al corso di dieci anni prima sul concetto di abitudine, sia agli scritti degli anni Quaranta raccolti in Esistenza e persona nel 1950, e, per altro verso, dall’esser indicato come introduzione ad un’ontologia della libertà, elaborata da Pareyson nell’ultima fase del suo pensiero.

Recensione


Indice

Prefazione del curatore 5

Fonti 11

Simboli 13

SEZIONE PRIMA
IL FASCISMO, IL PARTITO D’AZIONE,
LA RIFORMA DELLA SCUOLA, LA LIBERTÀ

Introduzione. Angoscia o rischio? 17

PARTE PRIMA
IL FASCISMO NEL CONTESTO NAZIONALE E INTERNAZIONALE

I. Guerra di continenti 23

II. Liberalismo, Risorgimento e Fascismo 26

PARTE SECONDA
IL PARTITO D’AZIONE, L’ITALIA LIBERA
E LA RIFORMA DELLA SCUOLA

I. Il Partito d’Azione 29
   1. Origine del Partito d’Azione 29
   2. Che cosa vuole il Partito d’Azione 29

II. Appello ai professori 30

III. La riforma della scuola e del costume 31

IV. Appello ai maestri italiani 33

V. L’unione degli educatori 35

VI. Problema preliminare: la epurazione 38

VII. La scuola media 39

VIII. Ancora su «Scuola e cultura» 41

IX. Funzione politica e sociale della scuola 44

PARTE TERZA
ASPETTI ATTUALI DEL PROBLEMA DELLA SCUOLA

Avvertenza 49

Introduzione 50
   1. Scuola e democrazia 50
   2. Genesi di provvedimenti 51

I. Misure immediate 51
   3. Carattere a fine delle misure immediate 51
   Epurazione
   4. Epurazione politica, morale e giuridica 51
   Eguaglianza giuridica
   5. Ristabilimento dell’eguaglianza giuridica 53
   Normalizzazione
   6. Soppressioni di facilitazioni 53
   7. Istituti privati 54

II. Premesse per la riforma 54
   8. Necessità di una discussione preparatoria 54
   9. Da parte degli insegnanti 54
   10. E del pubblico 55
   11. Eliminazione dei pregiudizi 56
   12. E del rivoluzionarismo astratto 57

III. Aspetti della riforma 57
   13. Tre aspetti 57
Aspetto politico e civile 58
   14. Libertà della scuola e perciò libertà nella scuola 58
   15. Scuola per tutti significa tutti a scuola 58
Problema degl’insegnanti 59
   16. È problema politico 59
Aspetto professionale 59
   17. Necessità di scuole professionali per insegnanti 59
   18. Caratteri d’una scuola professionale per insegnanti medi e elementari:
         corsi istituzionali e tecnici 59
   19. Istituto magistrale 60
   20. Licenza professionale delle facoltà di lettere e scienze 60
   21. Abbinamenti di discipline nelle scuole medie superiori 60
   22. Professori di lingue straniere 61
   23. Entrata in ruolo 62
   24. Professori universitari 62
Aspetto economico 63
   25. Inderogabili necessità di miglioramenti economici 63
   26. E di facilitazioni economiche 63
Aspetto giuridico 64
   27. Democratizzazione dell’amministrazione 64
   28. Consigli provinciali e regionali 65
   29. Abolizione del preside 65
   30. Libertà nell’università e dell’università 65
   31. Pubblicità della scuola 65
   32. Abolizione del segreto della nota informativa 65
Aspetto sociale 66
   33. Duplice funzione dell’associazione della scuola 66
   34. Autonomia delle sezioni locali 66
Problemi degli studenti 66
   35. Associazioni di studenti aggregate alla scuola locale 66
   36. Scopo culturale e sportivo di tali associazioni 67
Problema dei programmi 67
   37. Discipline educative e formative 67
   38. Caratteri e graduazione di tali discipline 68
   39. Distinzione di una parte istituzionale e di una parte libera nell’insegnamento di esse 68
   40. Problema dei libri di testo 68
   41. Limitazione di queste discipline in certi tipi di scuola 69
   42. Due tipi di liceo in base a esigenze educative 69
   43. Il liceo classico e il liceo moderno 70
   44. Testi e insegnanti per il liceo moderno 70
   45. Antienciclopedismo 71
   46. Il principio dell’opzione 71
   47. Insegnamento religioso 71
Aspetto sociale e professionale 72
   48. La società condizione della scuola 72
   49. Affollamento della scuola 72
   50. Abbassamento del livello della cultura e della preparazione professionale 73
   51. Soppressione della differenza funzionale tra i vari tipi di scuola 73
   52. Pressione dal basso sulla scuola 73
   53. Che ha due motivi: volontà d’elevamento del proletariato e artificiosità
         della situazione economica italiana 73
   54. Imborghesimento del proletariato 74
   55. Burocratizzazione dei ceti medi 74
   56. Due aspetti 75
Aspetto sociale 75
   57. Eguaglianza: scuola per tutti significa scuola aperta a tutti 75
   58. Gratuità della scuola secondaria 75
   59. Convitti 76
   60. Facilità di passaggio tra i vari tipi di scuola 76
   61. Moltiplicazione di scuole e istituti modello 76
   62. Corsi universitari popolari 76
   63. Scuole serali e biblioteche popolari 77
Aspetto professionale 78
   64. Scuola per tutti significa: a ciascuno la sua scuola 78Differenziazione 78
   65. L’istituto unico interiormente differenziato
         con opzioni progressive 78
   66. Scuole tecniche locali 80
   67. Scuole agrarie, industriali, artigiane aggregate a imprese cooperative 80
Selezione 81
   68. Selezione affidata a due tipi di esami 81
   69. Selezione affidata alla scelta libera 82
Aspetto economico e nazionale 82
   70. Scuola per tutti significa scuola vantaggio nazionale per tutti 82
   71. Scuole per qualificare emigranti 83
   72. La cultura come possibilità da sfruttare a fini internazionali 83
   73. Provvedimenti statali in merito 83
Conclusione 85
   74. Riepilogo 85


PARTE QUARTA
STORIA DELLE DOTTRINE POLITICHE MODERNE

I. Storia delle dottrine politiche moderne 87
   1. Introduzione. Il liberalismo 87
   2. Socialismo e comunismo. La democrazia 90

II. Introduzione ai «Due trattati sul governo» di Locke 94

III. Introduzione alla «Rivendicazione della libertà di pensiero» di Fichte 119


SEZIONE SECONDA
IL CONCETTO DI ABITUDINE

Introduzione. Il concetto di abitudine 141
   1. Il concetto di abitudine in pedagogia 141
   2. Il concetto di abitudine in psicologia 142
   3. Il concetto di abitudine in etica 145
   4. Il concetto di abitudine nelle scienze 147
   5. Centralità del concetto di abitudine nella filosofia 148
   6. Contraddittorietà del concetto di abitudine 150
   7. Abitudine e libertà 153

I. L’abitudine secondo Aristotele 157
   1. L’abito 157
   2. Il costume 159
   3. Il costume come origine dell’abito 160
   4. L’abitudine come conversione dell’agire in essere 162
   5. L’abitudine come seconda natura 163
   6. L’abitudine come risultato e condizione di attività 165
   7. Passaggio dalla libertà alla necessità e dallo sforzo alla spontaneità 167

II. L’abitudine secondo Montaigne 169
   1. Potenza dell’abitudine 169
   2. Formazione dell’abitudine 170
   3. Dominio dell’abitudine sulla natura 171
   4. Relatività e storicità di opinioni, leggi e costumi 174
   5. Esaltazione della natura rispetto all’artificio 176
   6. Necessità di attenersi alle leggi e ai costumi 177

III. L’abitudine secondo Pascal 179
   1. Abitudine e natura 179
   2. L’abitudine come seconda natura 180
   3. Come l’abitudine diventa natura 182
   4. Influsso dell’abitudine sulla religione 182
   5. Influsso teoretico e pratico dell’abitudine 185
   6. La natura come prima abitudine 188

IV. L’abitudine secondo Hume 191
   1. Importanza dell’abitudine per Hume 191
   2. Funzione gnoseologica dell’abitudine 192
   3. Carattere istintivo dell’abitudine 197

SEZIONE TERZA
L’INIZIATIVA MORALE

PARTE PRIMA
FILOSOFIA E MORALE

I. Concetto di filosofia morale 205

II. Umanità della filosofia 207
   1. L’uomo come soggetto della filosofia 207
   2. L’uomo come oggetto della filosofia 208
   3. L’uomo come interlocutore della filosofia 211

III. Universalità della filosofia 212
   1. L’universalità della filosofia come comunicazione personale 212
   2. Carattere persuasivo e diffusivo del pensiero filosofico 214
   3. L’universalità della filosofia come instaurazione di comunità 216
   4. Carattere produttivo e innovatore del pensiero filosofico 219

PARTE SECONDA
FENOMENOLOGIA DELL’INIZIATIVA

I. Iniziativa e alternativa 221
   1. L’iniziativa come esigenza, decisione e giudizio 221
   2. Coessenzialità di esigenza e giudizio 222
   3. Convergenza di esigenza e giudizio nella decisione 223 
   4. Né necessità né arbitrarietà, ma obbligazione; né giustiziare né giustificare, ma giudicare 225
   5. Inseparabilità di iniziativa e alternativa 227

II. Dovere e valore 229
   1. La regola individuale: normatività e inventività 229
   2. L’azione concreta: intenzione e realizzazione 232
   3. Prevedere le conseguenze dell’azione 235
   4. Il valore storico: originalità e perennità 237

III. Compito e azione 240
   1. Dovere, compito, scelta di sé: la fedeltà 240
   2. Atto, opera, abito: l’abitudine 246
   3. Complessità e contraddittorietà dell’abitudine 249
   4. Importanza morale dell’abitudine 256
   5. Valore, libertà, congenialità: il costume 259

Note del curatore 263

Indice dei nomi 269