La tematica personalistica e la questione del fondamento sono strettamente connesse entro il pensiero di Carlo Arata, dal momento che solo se primariamente ed originariamente l’Assoluto è Persona può porsi e valere come tale. È evidente quindi la ragione per cui il personalismo aratiano assume una decisiva valenza metaflsico-teologica, che lo porta a distinguersi in maniera radicale tanto dai personalismi di matrice antropologica, quanto da un filosofare nella fede che rivendica valore al porsi-dirsi divino come Ego Sum Qui Sum solo perché tale espressione è contenuta nelle Scritture. Se l’Assoluto è originariamente Persona, Ego, Actus ut Sum allora l’opposizione ad ogni forma di impersonalismo non potrà che essere radicale, dal momento che la negazione della Persona smarrisce il senso fondamentale dell’originario e, quindi, dell’essere nella sua totalità. La presente indagine prende in esame l’intera produzione di Carlo Arata cercando sia di tener ferme le costanti e le intenzioni di fondo che la animano e le offrono, così, una fisionomia alquanto unitaria, sia di rendere conto di alcune “oscillazioni” che inevitabilmente si hanno all’interno di un cammino filosofico sviluppatosi nel corso di un cinquantennio. Particolare attenzione è stata riservata all’analisi dei rapporti tra il personalismo aratiano e autori quali Bontadini, Severino, Pareyson. nonché alla discussione teoretica di alcuni tratti caratteristici e questioni che attualmente rimangono aperte entro la Metafisica della Prima Persona.
Michele Shiff (Palmanova, UD, 1976) è dottorando in Filosofia presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Trieste e svolge attività di ricerca presso il Dipartimento, dell’Educazione dell’Ateneo triestino. Ha pubblicato interventi su diverse riviste: i suoi interessi sono volti sia al ripensamento di alcune essenziali tesi della metafisica classica, sia all’analisi della problematica ontologica nella filosofia contemporanea, in particolar modo tedesca.
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